architettura
P come ponte
Cirkelbroen di Olafur Eliasson a Copenhagen
Oltre il ponte
O ragazza dalle guance di pesca,
O ragazza dalle guance d’aurora,
Io spero che a narrarti riesca
La mia vita all’età che tu hai ora.
Coprifuoco: la truppa tedesca
La città dominava. Siam pronti.
Chi non vuole chinare la testa
Con noi prenda la strada dei monti.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l’altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent’anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l’amore.
Silenziosi sugli aghi di pino,
Su spinosi ricci di castagna,
Una squadra nel buio mattino
Discendeva l’oscura montagna.
La speranza era nostra compagna
Ad assaltar caposaldi nemici
Conquistandoci l’armi in battaglia
Scalzi e laceri eppure felici.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l’altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent’anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l’amore.
Non è detto che fossimo santi,
L’eroismo non è sovrumano,
Corri, abbassati, dài, balza avanti,
Ogni passo che fai non è vano.
Vedevamo a portata di mano,
Dietro il tronco, il cespuglio, il canneto,
L’avvenire d’un mondo più umano
E più giusto, più libero e lieto.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l’altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent’anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l’amore.
Ormai tutti han famiglia, hanno figli,
Che non sanno la storia di ieri.
Io son solo e passeggio tra i tigli
Con te, cara, che allora non c’eri.
E vorrei che quei nostri pensieri,
Quelle nostre speranze d’allora,
Rivivessero in quel che tu speri,
O ragazza color dell’aurora.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l’altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent’anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l’amore.
Italo Calvino
P come paura
La cappella di Marc Rothko
Paura
“Nel mio cuor dubitoso
sento bene una voce che mi dice:
‘Veramente potresti esser felice.’
Lo potrei, ma non oso.”
Umberto Saba
C come casa II
Nei laboratori d’arte con i bambini che tenevo qualche anno fa, proponevo loro di riflettere su come avrebbero voluto realizzare le loro case e le loro città; prima di metterci all’opera ci divertivamo con la visione di queste bellissime e fantasiose case, realizzate da un pittore famoso che solo a 55 anni ha deciso di diventare architetto: Friederich Hundertwasser. “L’arte per l’arte è un’aberrazione; l’architettura per l’architettura è un crimine.” “Quando lasceremo che la natura stessa ridipinga le pareti delle nostre abitazioni…queste diventeranno umane e saremo in grado di vivere di nuovo.” “La mia ossessione per la qualità del dipinto mi aveva preparato ai problemi legati alla qualità della vita, alla dignità del lavoro, all’igiene morale dell’ecologia.”
A come arcobaleno
La scorsa estate sono stata in Danimarca in una bella città di nome Aarhus, la seconda in ordine di grandezza dopo Copenhagen. In una giornata particolarmente grigia (come spesso può capitare) ho visto il più bell’arcobaleno della mia vita.
Your Rainbow Panorama di Olafur Eliasson al Museo Aros
E guardate in una giornata di sole come può apparire (le foto qui sotto non sono mie ma tratte da questo interessantissimo blog: http://interactive-installations.tumblr.com/)
Olafur Eliasson é una delle superstar dell’arte contemporanea. Per le sue installazioni usa la luce, i riflessi e dunque gli specchi, acqua e aria. Entrare a contatto con le sue installazioni è vivere un’esperienza di consapevolezza di tutti i propri sensi.
“La percezione e l’esperienza fisica sono pietre miliari dell’arte e possono funzionare come strumenti per il cambiamento sociale.”
“La luce e l’interazione sociale sono legate l’una con l’altra. Ricordo a Reykjavík, all’inizio degli anni Settanta con la prima crisi del petrolio, quando ero in pigiama a casa dei miei nonni intento a guardare la tv e all’improvviso l’elettricità veniva staccata. Tutto scuro, tv morta. Fuori era ancora il crepuscolo, con quella luce blu particolarissima, e la gente – compresa la mia famiglia – si raccoglieva alle finestre, seduta intorno a un tavolo. Avevo cinque anni ed è stata una delle situazioni più intense che abbia vissuto. Ma anche divertenti: sembra una storia poetica sui famosi tramonti islandesi: in realtà la faccenda girava intorno al petrolio”.
Potete vedere moltissimo sul suo sito, anche il video di quest’installazione che la scorsa estate era ad Aarhus e che ho potuto vedere/vivere.
Un’esperienza emozionante: la confusione e il disorientamento iniziale lasciano poi il campo ai sensi che sono potenziati al massimo!