M come mani

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Auguste Rodin

Le mani

Quando ti ho preso le mani

ho capito

come sei giovane.

 

Le mie dita sono sottili:

si plasmano alle cose

e a lungo ne conservano

l’impronta –

per uno spino sanguinano,

per una piuma tremano

di dolcezza.

Le mie  mani sono così pallide:

attraversate dalla vita

in ogni senso – come

da lunghe vene

azzurre.

Forse la loro pace

è fra i tenui riccioli

di un bimbo.

 

Le tue dita sono rudi:

afferrano le cose

per esserne padrone,

non si scalfiscono a nessuna

pietra.

Mani di colore vivo,

che hanno toccato solo

quel che hanno scelto –

 

mani che sanno scavare

nella ghiaia dei fiumi,

nel fango delle grotte,

per estrarne tesori.

 

Non tu,

ma le tue mani giovani

dicono alle mie mani,

a me: Come siete

vecchie.

 

Antonia Pozzi, 1934

Altre poesie di Antonia Pozzi qui, qui e qui.

M come mano

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Shirin Neshat

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  Solo un mano d’angelo
intatta di sé, del suo amore per sé,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perché vi riversi il mio pianto.
La mano dell’uomo vivente
è troppo impigliata nei fili dell’oggi e dell’ieri,
è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell’uomo mondarsi
per il tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d’eterno e d’immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell’uomo
senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.

Alda Merini