Le mani
Quando ti ho preso le mani
ho capito
come sei giovane.
Le mie dita sono sottili:
si plasmano alle cose
e a lungo ne conservano
l’impronta –
per uno spino sanguinano,
per una piuma tremano
di dolcezza.
Le mie mani sono così pallide:
attraversate dalla vita
in ogni senso – come
da lunghe vene
azzurre.
Forse la loro pace
è fra i tenui riccioli
di un bimbo.
Le tue dita sono rudi:
afferrano le cose
per esserne padrone,
non si scalfiscono a nessuna
pietra.
Mani di colore vivo,
che hanno toccato solo
quel che hanno scelto –
mani che sanno scavare
nella ghiaia dei fiumi,
nel fango delle grotte,
per estrarne tesori.
Non tu,
ma le tue mani giovani
dicono alle mie mani,
a me: Come siete
vecchie.
Antonia Pozzi, 1934