A come arancione

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Julian Merrow Smith

” […] qualsiasi considerazione su questo colore trova la sua introduzione nei versi di Goethe: ‘Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni. Nel verde fogliame splendono arance d’oro?’. Fragilità, nella sua essenza, di questo colore secondario accostato dal poeta tedesco all’oro, ma anche innalzamento alle mele auree del mitico giardino delle Esperidi.

L’arancione è un colore diffuso che appartiene – variamente combinato col rosso, col giallo e col bruno – alla ricchezza del paesaggio estivo e al suo lento declino. Una chioma di quercia in autunno compone un mosaico di foglie arancioni fuse nel metallo. La maturazione completa di numerosi frutti è annunciata dalla sua comparsa.

Sebbene nella natura abbastanza rare siano le sue presenze allo stato puro, quando questo felicemente avviene riveste frutti e fiori di forma rotonda, sontuosa, compatta. Appunto le arance degli orti assolati del Mediterraneo, i mandarini, che riportano sempre agli anni dell’infanzia, ma anche l’acidulo frutto del nespolo e la polpa succosa del melo. Nei prati di Flora, è presente nella calendula che, nella sua bella stagione, solleva ogni mese i suoi fiori aranciati.” da Di tutti i colori di Alberto Boatto

V come viola

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Georgia O’Keeffe

”  […] la grande freddezza del suo timbro emozionale e il movimento centripeto che lo coinvolge, che dalla periferia si porta verso il suo nucleo interno. Quando scorgiamo questo colore avvertiamo una specie di contrazione, un restringimento della nostra vita psichica, come accade udendo un suono stridulo di violino oppure assaporando un frutto acerbo che allega i denti. Freddezza e tendenza ad allontanarsi dall’uomo sono gli attributi che Vassilij Kandinskij, nello Spirituale nell’arte, assegna al viola, su cui si sofferma solo di passaggio, al contrario dell’attenzione che riserva a ogni altro colore.” da Di tutti i colori di Alberto Boatto

V come verde

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Thomas Wilmer Dewing + Portrait In Blue + 1896 + Freer Gallery

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Thomas Dewing

“[…] il verde è legato alla durata temporale, al quieto svolgimento in lunghi cicli, che possiedono la prerogativa di ripetersi e contengono la grande figura del ritorno. La periodicità con i suoi flussi e riflussi si pone all’opposto dell’uniformità lineare della tecnica.

Tra i diversi cicli, tiene il primo posto quello vegetativo, di cui il verde tinge il segmento iniziale, la primavera. Nella sua pacatezza nasconde il mistero della germinazione, della nascita e della crescita rigogliosa. Per questo il verde si associa spontaneamente alla speranza; tra le diverse età dell’uomo, all’acerbità della puerizia e dell’adolescenza, mentre nelle vicende della storia al momento primo, alla fondazione, all’origine.” da Di tutti i colori di Alberto Boatto.

B come bianco

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Alberto Burri, Bianco cretto C1

“Una volta abolite le figure rappresentative della realtà esterna e le forme astratte, geometriche e organiche, scartata anche la pregnanza del colore, fino a che punto è consentito all’artista spingersi verso il reticolo di base? Alberto Burri è l’autore che si è inoltrato più avanti di ogni altro, sollevando il velo di Maya del colore, ma accordando nel medesimo tempo al colore la sua consistenza materica.

L’artista italiano impiega il bianco in questo Bianco cretto C1 del 1973 come un non colore minutamente materico. […] una specie di reticolo fondamentale della sostanza terrestre. qui la forza indifferenziata e disgregativa della materia passa attraverso la griglia più sottile. Un passo più avanti e giungeremmo alla totale uniformità, la siccità, l’arsura, il biancore, il deserto non solo fisico ma anche spirituale. E’ quanto aveva  più volte predetto, senza venire mai ascoltato, Nietzsche al tramonto dell’Ottocento. Ma, al contrario, un passo più risoluto e da quella riserva di ogni colore che custodisce in sè il bianco arriveremmo alla fertilità, all’abbondanza, addirittura all’insperata fioritura.”

da Alberto Boatto, Di tutti i colori, editori Laterza.

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“Bianco, mi ha detto, il colore dell’origine e della fine. Il colore di chi sta per cambiare condizione. Bianco, mi ha detto, il colore del silenzio assoluto; non il silenzio della morte, ma quello del preludio a tutte le metamorfosi possibili.”
Marcela Serrano, Il tempo di Blanca

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