“Al confine tra la vita solare e la vita oscura, i filosofi sono lì a meditare e ogni tanto danno una voce verso il buio, affinano l’udito per ascoltare inavvertiti echi. Risponde la poesia.” Fausto Melotti
Kapoor
K come Kapoor II
“Per tutta la vita ho riflettuto e lavorato sul concetto che ci sia più spazio di quello che si vede, che ci siano spazi vuoti o, per dire così, che ci sia un orizzonte più vasto. La cosa curiosa nel togliere contenuto, nel fare spazio, è che noi, come esseri umani, facciamo molta fatica ad accostarci all’assenza di contenuti. È l’horror vacui. Questo concetto platonico è alla base del mito della caverna, quella in cui gli uomini guardano verso il mondo esterno. Ma qui c’è anche un’immagine freudianamente opposta, che è quella del fondo della caverna, che poi è il fondo oscuro e vuoto dell’essere. Anche Dante, il vostro più grande poeta, si avventura in un posto del genere. Quello è il luogo del vuoto, che poi paradossalmente è pieno: di paura, di oscurità. Che lo rappresenti con uno specchio o con una forma scura, è sempre il «fondo» il punto che attrae il mio interesse e mette in moto la mia creatività.”
Potete leggere e vedere altre opere di Anish Kapoor, qui.
K come Kapoor I
Uno dei primi lavori fatti con le polveri colorate che mi ero portata dietro dal viaggio in India, senza saperlo, sembrava influenzato da Anish Kapoor. Me lo fece notare il mio caro professore e da quando ho conosciuto le opere di questa star della scultura non ho potuto fare a meno di rimanerne affascinata.
“Il colore ha davvero una capacità trasformatrice. Cambia le cose in maniera molto diretta.”
“Scegliere il vuoto nella materia è un modo di creare il dramma, di impostare la scena in un linguaggio fisicamente, psicologicamente chiaro, nel senso che ogni forma è sia concava, sia convessa.”
“Sono innamorato del blu, colore della trascendenza e dell’infinito”
” Questo vuoto non è qualcosa che sia impossibile esprimere. E’ uno spazio potenziale, non un non-spazio.”