Bambina mia, fagiolino, donna mia cara
A undici anni, quasi dodici,
mia figlia è come un giardino.
Oh cara, nata con quel tenero costume adamitico
Che hai conservato tanto a lungo,
adesso devi vedere mezzogiorno che scocca,
mezzogiorno, quell’ora da fantasmi.
Oh bimba buffa-sotto un cielo bluastro questo,
proprio questo! Come faccio a dire che so
bene ciò che sai e dove sei?
Non è estraneo questo luogo curioso
in cui il tuo viso riposa nelle mie mani
così colme di distanza
così piene di una febbre immediata.
L’estate ti ha presa
Come quando ad Amalfi il mese scorso vidi dei limoni
Grandi come il mappamondo sulla tua scrivania
(quella cartina del mondo in miniatura),
e potrei anche citare
al mercato le bancarelle di funghi
e di germogli turgidi d’aglio.
O penso anche al frutteto qui a fianco
Dove i frutti di bosco sono pronti da mangiare
E le mele cominciano a maturare.
E una volta nel nostro primo giardinetto sul retro
Ricordo di aver piantato un acro di fagioli gialli
Che non mangiammo mai.
Oh bambina mia,
fagiolino,
come cresci?
Cresci così.
In te ne hai troppi da mangiare.
Sento
Come in sogno
Delle vedove anziane
Parlare di essere donna.
Ricordo di non averle mai sentite prima.
Ero sola.
Aspettavo come un bersaglio.
Che scocchi mezzogiorno,
l’ora dei fantasmi.
Un tempo i romani credevano
che mezzogiorno fosse l’ora degli spettri
e posso crederci anch’io
in questo sole sorprendente;
e un giorno verranno a trovarti
uomini nudi fino alla cintola, giovani romani
a mezzogiorno, la loro ora,
con scale a pioli e martelli
quando tutti sono svegli.
Ma prima che loro arrivino
Ti voglio dire
Le tue ossa sono belle,
e prima delle loro mani estranee
ci fu questa mano che prese forma.
Amore, lascia entrare il tuo corpo
lascia che ti tenga in sé
comodamente.
Linda, ciò che voglio dirti
è che le donne nascono due volte.
Se avessi potuto vederti crescere
come una madre maga,
se avessi potuto scrutare la mia magica pancia trasparente,
dentro ci sarebbe stata questa crescita:
il tuo embrione,
il seme che prende forma,
la vita che urta la colonna del letto,
ossa dallo stagno, pollici e occhi misteriosi,
la testa tremendamente umana,
il cuore che balza come un cucciolo,
i polmoni, il divenire
mentre diventa,
come avviene adesso,
un mondo a sé,
un luogo delicato.
Saluto tutti questi
Strattoni, botte e scherzacci
E questa musica, questi germogli, e questa musica da scatenati,
e lo zucchero necessario
e un comportamento del genere!
Oh bambina mia,
fagiolino,
come cresci?
Cresci così.
Tu sei troppi da mangiare.
Linda, ciò che voglio dirti
è che nulla mente nel tuo corpo.
ciò che è nuovo dice la verità.
Io, quel qualcun altro,
un vecchio albero sullo sfondo, son qui.
Amore,
resta immobile alla tua porta,
sicura di te, una pietra bianca, una pietra buona,
straordinaria come una risata,
da cui scaturirà fuoco,
quella cosa sempre nuova!
Per il mio fagiolino, Anita.