A come anno (nuovo)

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Jean-Jacques Sempé

“We fall down in the dance, we make

The old ridiculous mistake,

But always there are such as you

Forgiving, helping what we do.

O every day a sleep and labour

Our life and death are with our neighbour,

And love illuminates again

The city and the lion’s den,

The world’s great rage, the travel of young men.”

da New Year Letter di W.H.Auden

P.S.-scusate: non ho trovato una traduzione e non ho una padronanza della lingua inglese tale da riuscire a rendere la bellezza di questo testo!

I come infinitamente piccolo

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Jean Jacques Sempé

Alcuni dettagli, il fulcro dell’illustrazione sono così piccoli che vi invito a ingrandire le immagini: solo così potrete apprezzare il lato migliore di Sempé che proprio nell’ infinitamente piccolo pone centro della sua immagine e la rende così poetica, delicata e potente, semplice e complessa contemporaneamente.

“Se dicono che il suo sguardo porta sull’ infinitamente piccolo e l’infinitamente  grande, lei alla fine è d’accordo?

Sì. Se ne avessi la possibilità, sarebbe il soggetto che tratterei di continuo. Sono estremamente meravigliato, tutto il tempo. Poco fa un aereo ha attraversato il cielo, davanti alla mia finestra. C’erano quindi un sacco di omini in cielo dentro un aggeggio che va a tutta birra, pieno di tipetti all’interno che andavano non so dove. Per me è affascinante pensarci. E’ incredibile. Mi fa venire in mente un sacco di domande: perché il tizio col berretto in testa, di Villeneuve-Saint-Georges, ha la possibilità di andare in Nuova Guinea? E di arrivare laggiù col suo piccolo berretto sulla testa!

Mentre io, nel frattempo, cerco di fare disegni!

E ogni mattina sono convinto che se mi piazzassero accanto, per fare un disegno, un principiante e Leonardo Da Vinci, cercheremmo tutti e tre di fare del nostro meglio. Solo che Leonardo Da Vinci farebbe un bel disegno al primo colpo, senza per questo essere necessariamente più fiero del disegnatore principiante al mio fianco… E io farei gli stessi terribili sforzi degli altri due per fare un bel disegno…Per un attimo potrei anche farmi ingannare da quella cosa ridicola e brutta che ho disegnato. Ma una cosa è certa: nonostante tutti i miei sforzi, non sarà mai La Gioconda!” dall’intervista di Marc Lecarpentier in Sempé a New York, Donzelli.

A come aprile

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Jean Jacques Sempé

“Aprile fu mite e delizioso, e crudele proprio come intendeva il poeta, una miscela di ricordi e desideri: ricordi di altre primavere, e desideri non formulati, quasi non riconosciuti, accantonati perché non parevano avere spazio nella vita che mi ero scelta.”

Da Un sacco di benedizioni di Barbara Pym.

Il poeta a cui si riferisce sarà forse Eliot?

“Aprile è il mese più crudele, genera

Lillà da terra morta, confondendo

Memoria e desiderio, risvegliando

Le radici sopite con la pioggia di primavera”

da La terra desolata di Thomas Stearns Eliot tradotto da colui che me lo ha fatto conoscere ed apprezzare, Roberto Sanesi (uno tra i professori più stimolati che ho avuto all’Accademia di Brera).