M come Melotti

Adoro la scultura e Fausto Melotti è uno tra i miei scultori preferiti. Tra le sue sculture quelle che amo di più sono quelle costituite da esili architetture di filo di ferro, acciaio o ottone.

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Come al solito, lascio lo spazio alle parole dell’autore stesso che sono più adatte di qualunque mio commento.

“La rinuncia alla rappresentazione del mondo naturalistico è meno difficile della rinuncia all’ amore della materia in cui si lavora. L’arte non rappresenta, ma trasfigura in simboli la realtà. L’arte è un viaggio. La solitudine e l’inquietudine delle memorie. Anche chiusa in un programma, spinta in un rigido contrappunto, composta in una camicia di forza, l’arte esce in un’ineffabile danza. L’artista non conosce ancora la seconda parola della sua poesia, non sa se al do segue il re fra le righe o il fa sopracuto, né se l’azzurro muore o si esalta. L’arte sorride a chi ride delle cose ingiustificate.”

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“Un moscerino è una cosa da niente. Eppure si tratta di una macchina capace di alzarsi in verticale come un elicottero e volare in tutte le direzioni, zeppa di congegni elettronici per determinare la posizione, le direzioni, per sfruttare in complicati meccanismi la misteriosa energia di propulsione. Eppure è un niente.”

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1979-02-Con-gli-specchi“Le mie creazioni sono un gioco che quando riesce è poesia”.

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Per Melotti è fondamentale la musica (titoli di alcune opere sono riferiti a termini musicali, come canone, toccata) che “mi ha richiamato, disciplinando con le sue leggi, distrazioni e divagazioni in un discorso equilibrato”.
La sua scultura è lieve, anti-monumentale e luminosa; sembra un segno grafico che si materializza in tre dimensioni all’interno dello spazio con gioia ed equilibrio.

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Ancora Melotti: “L’arte è stato d’animo angelico, geometrico. Esso si rivolge all’intelletto, non ai sensi. Non la modellazione ha importanza ma la modulazione.”

“Un capolavoro può essere effimero come la vita di una farfalla. Le farfalle sono effimere e belle come le albe e i tramonti. Così le tante improvvisazioni al piano di Beethoven e Chopin.”

“Io sogno molto, sogni non angosciosi, anzi allegri, a colori, anche buffi, proprio mi diverto, qualche volta mi sveglio ridendo. Sogno un leone che mi viene vicino e mi parla, docile.”